INFINITO PERTILE, QUARTO AL MONDO

INFINITO PERTILE, QUARTO AL MONDO

Splendido risultato per il campione di Assindustria Sport Padova che, ai campionati iridati di Pechino, è il primo europeo al traguardo della maratona, in 2 ore 14’22”. Ruggero: «E’ il miglior risultato di tutta la mia carriera. Fondamentali la testa e le motivazioni»   Infinito Ruggero Pertile. A 41 anni il campione di Assindustria Sport Padova vive una delle sue giornate più belle chiudendo al quarto posto la maratona dei campionati mondiali di Pechino, primo atleta europeo sul traguardo in 2 ore 14’22”, a soli 53” dal podio. E’ il coronamento di una grande rimonta, in una corsa che vedeva al via i più forti specialisti in attività. Alla fine, l’oro va a sorpresa al 19enne eritreo Ghirmay Gebreslassie (2 ore 12’27”), davanti all’etiope Yemane Tsegay (2 ore 13’07”) e all’ugandese Solomon Mutai (2 ore 13’29”). Sesto posto per il campione olimpico e iridato in carica, l’ugandese Stephen Rotich, ritirate le stelle keniane Kimetto e Kipsang, mentre Daniele Mueicci, l’altro italiano al via, è ottavo in 2 ore 14’53”. «E’ il miglior risultato di tutta la mia carriera, ma non sono ancora del tutto felice. Mi dispiace per la medaglia perché non era troppo lontana e io ci ho creduto dal primo metro dopo la partenza» il commento di Pertile dopo la maratona. «Ho fatto una gara regolare, conoscendo bene i cambi di ritmo tipici degli africani, anche se qui ho visto i big abbastanza in difficoltà, sudavano tantissimo. Kipsang per esempio era con me, ma si bloccava letteralmente a ogni rifornimento. E’ stata la maratona che avevo in mente, 42 chilometri e 195 metri in cui bisognava fare bene i conti con la benzina che si ha in corpo e dosarla bene fino all’ultimo». La mente è già proiettata al futuro. «Rio nel 2016 sarà una gara difficile come questa» prosegue il capitano gialloblù. «Ogni maratona è una storia che bisogna saper leggere. L’età conta, ma si vince e si arriva in fondo con la testa e le motivazioni. Nel 2014 venivo da sei mesi di stop, stavolta invece ho avuto la fortuna di poter lavorare come si deve per preparare una maratona. A 41 anni, ogni anno diventa più difficile, ma in Meucci ho trovato un ottimo compagno di allenamento. Ci si motiva a vicenda e sono convinto che lui abbia davanti a sé un futuro in cui potrà anche mettersi al collo altre medaglie. So cosa gli manca ancora e lui ha già dimostrato con la vittoria di Zurigo di avere tutte le carte in regola per riuscirci». Una prova da protagonista quella di Pertile, impegnato dal principio a tenere costante il ritmo (un’ora 06’55” il suo passaggio alla mezza, dopo aver condotto il gruppo per almeno tre chilometri nella prima fase della corsa), e a lungo “pacemaker” d’eccezione per il compagno Meucci. “Rero”, sempre regolare, attorno al 25° chilometro si è trovato addirittura in testa, subito affiancato dal compagno di maglia azzurra, con un margine di 6-7 secondi sul gruppo. Al 30° chilometro la prima svolta, con l’allungo di Ramomene, portacolori del Lesotho, seguito da Ghebreselassie, Tsegay e Mutai. Al 35° Pertile transita per nono in un’ora 51’12”. Al 40° prosegue la rimonta, ed è sesto 2 ore 07’18”. Sul traguardo è quarto, a un soffio dal bronzo. E la sua soddisfazione è la stessa di chi, a casa, ha tifato per lui. Dalla moglie Chiara alla figlia Alice, dai compagni di maglia di Assindustria Sport Padova fino ai colleghi dei supermercati Alì. «Siamo orgogliosi di Ruggero» commenta Leopoldo Destro, presidente di Assindustria Sport. «Questo grande risultato premia il suo sacrificio e la sua dedizione. I valori incarnati da Pertile devono essere di esempio per tutti i nostri atleti».   Nella foto (di Giancarlo Colombo/Fidal) Ruggero Pertile a Pechino